Durante le numerose festività che si succedono nel territorio vibonese, non è raro imbattersi in due imponenti pupazzi di cartapesta che ballano la caricatumbula al ritmo dei tamburi.
Le due figure eleganti e sinuose sono conosciute semplicemente con il nome di Giganti.
In realtà, l’uomo e la donna che danzano un corteggiamento primordiale sono protagonisti di un amore antico che trae origine dalla tradizione spagnola e richiama la dominazione aragonese del sud Italia.
Ancora oggi, infatti, sono molte le manifestazioni iberiche, e in particolare catalane, in cui sono presenti le figure dei Giganti.
Mata e Grifone - questo il nome degli innamorati - rappresentano rispettivamente una regina autoctona e un principe turco. Secondo la leggenda, quest’ultimo, innamoratosi della bella indigena, decise di rapirla per soddisfare il proprio desiderio ardente.
Nella tradizione calabro-sicula i Giganti rappresentano anche i fondatori della città di Messina e sono presenti soprattutto in alcune zone del reggino e del vibonese.
Nell’immaginario collettivo, inoltre, la figura del principe saraceno rappresenta la dominazione araba che nel corso dei secoli assoggettò le coste della Calabria e subì una fondamentale sconfitta nella battaglia di Lepanto del 1571, alla quale presero parte anche 1200 tropeani guidati dal capitano Gaspare Toraldo.