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Vibo Valentia

Il capoluogo affonda le radici nella preistoria

Vibo valentia, il capoluogo affonda le radici nella preistoria

Vibo Valentia è uno dei cinque capoluoghi di provincia calabresi, nonché il più piccolo.

 

Nel corso della sua storia ha cambiato più volte denominazione: Veip, Hipponion, Monteleone, fino all’attuale nome utilizzato già in epoca romana.

 

Le radici della città sono molto antiche e risalgono all’epoca neolitica (VI millennio a.C), ma tracce consistenti sono quelle del VI sec a.C, vale a dire le antiche mura greche, di cui ancora oggi si conservano importanti tracce rappresentate, in particolare, dalle piante delle torri circolari.

 

Da non tralasciare sono anche i numerosi palazzi patrizi che compongono il centro storico, nella parte alta della città, e che permettono al visitatore di avvicinarsi gradatamente alla zona conservata al meglio: il castello.

 

Come gli antichi centri greci, il castello normanno-svevo di Vibo Valentia sorge sull’acropoli, la parte alta della città, per avere un controllo totale sul territorio circostante. La struttura originaria risale al XII secolo con interventi dovuti a Carlo d’Angiò nel XIII. Furono poi gli Aragonesi ad ampliarlo, ma il terribile terremoto del 1783 (che distrusse numerosi centri calabresi) lo portò alla conformazione attuale.

 

Dal 1969 il castello ospita il Museo Archeologico Statale Vito Capialbi, ricco di reperti archeologici antichissimi. Suddiviso in quattro sezioni (edifici sacri, necropoli, collezioni private ed età romana), una di esse ospita una spada del XIII secolo a.C. e altre testimonianze uniche.

 

Un importante polo culturale della città è rappresentato dal Sistema Bibliotecario Vibonese, non una semplice biblioteca ma un vero e proprio centro di aggregazione culturale per l’intera provincia. 

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