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Calabria da paura! Viaggio, tradizione, leggenda

Da “dolcetto o scherzetto” made in Calabria a costruzioni diaboliche

Cosa fare e vedere autunno in Calabria da paura! Viaggio, tradizione, leggenda Halloween

Nei nostri articoli parliamo sempre di luoghi meravigliosi da visitare ed esperienze da vivere, ma vista l’atmosfera di Halloween che aleggia intorno a noi, vogliamo spostare un po’ l’argomento e parlare di un aspetto differente della nostra regione: una Calabria da paura!

Partendo dal presupposto che la festa, in cui tutto si trasforma a tema horror e nel quale bambini e adulti si trasvestono per fare “dolcetto o scherzetto”, è arrivata in Italia dall’America, in realtà dobbiamo fare un passo indietro e ammettere che anche in Calabria anticamente c’era un personalissimo “Halloween”.

Le origini sono anglosassoni e associate alla tradizione irlandese, ma se pensate che la festa di Halloween sia estranea alla nostra tradizione, in realtà noterete caratteristiche molto simili.

Tenetevi pronti perché ci aspetta un viaggio attraverso mete, tradizioni e leggende spettrali.

 

Dolcetto o scherzetto made in Calabria

Ok, e se Halloween avesse origini calabresi?

Questa notizia potrebbe lasciare un po’ perplessi, ma in realtà a sostenere che Halloween sia di origini calabresi è stato il noto antropologo calabrese Luigi Maria Lombardi Satriani.

Infatti secondo il compianto studioso, l’origine della notte delle streghe risalirebbe ai tempi delle migrazioni in America dei contadini calabresi. Dunque, nient’altro che la contaminazione dell'antica tradizione popolare del "Coccalu di muortu", dove nella notte tra l’1 e il 2 novembre veniva rappresentato l’arrivo dei morti svuotando una zucca e mettendoci dentro una candela.

Vi ricorda qualcosa? Non solo, la ricorrenza macabra nascerebbe in provincia di Vibo Valentia: a Serra San Bruno!

Temporalmente la tradizione anglosassone sarebbe arrivata dopo, mentre a Serra San Bruno già da secoli, per la ricorrenza dei morti, i bambini svuotavano le zucche dandogli un aspetto spaventoso di un teschio e andando in giro per il paese chiedendo un'offerta, cantilenando in dialetto: "Mi lu pagati lu coccalu?" (Mi pagate il teschio di morto?) la nostra versione de “dolcetto o scherzetto?” che tutti ormai conosciamo.

Inoltre tale tradizione si concretizza in un contesto naturalistico e bello come quello del Parco Naturale Regionale delle Serre, dove in questo periodo dell’anno inizia il tanto amato foliage e tutto si tinge di rosso, arancione, marroncino e giallo. Quindi consigliatissimo!

 

Costruzioni diaboliche

Da una tradizione e un contesto come quello di Serra, passiamo a 5 posticini davvero interessanti e suggestivi, all’interno di location da paura! In senso buono del termine. Sapevi che in Calabria ci sono ben 5 “Ponti del diavolo”? A Squillace e Magisano (CZ), a Civita, Paola e Scigliano (CS).

 

Partendo dal catanzarese, iniziamo da Squillace e la leggenda che narra di un pastore che ogni anno costruiva un ponte per portare le pecore al gregge, ma che con le piene invernali del torrente veniva distrutto. Il pastore decise di stringere un patto col diavolo e questo promise che avrebbe costruito un ponte indistruttibile, ma in cambio la prima anima che avrebbe dovuto percorrere il ponte doveva essere sua. Il diavolo, sicuro che il primo a passare sarebbe stato il pastore, costruì il ponte e aspettò la sua anima. Ma il pastore con furbizia gettò della carne al centro del ponte, attirando l’attenzione del suo cane, che lo attraversò per primo. Il diavolo, sentendosi raggirato, decise dunque di buttar giù il ponte con un calcio, ma questo era effettivamente indistruttibile e ne rimase impressa solo l’impronta del piede, la voragine che si può notare ancora oggi a lato del ponte. Come promesso l’indistruttibile ponte è ancora lì, resistente a tutte le piene invernali.

Come raggiungerlo? Non è molto distante dall’abitato, tra stradine e campagna, lo noterete subito, con il torrente Ghetterello a valorizzarlo ulteriormente e che scorrendo sotto crea un bellissimo e piccolo laghetto.

 

Il ponte di Magisano, nella pre-Sila catanzarese, invece è legato alla leggenda delle “Prenete” esseri spaventosi, metà donna e metà capra, considerate una specie di streghe che di notte vagano e proteggono la valle, tenendo lontano presenze indesiderate. Agli inizi del ‘900 inoltre si narra fu scenario di un suicidio di una donna del luogo, che aveva subito delle violenze.

Sotto di lui, scorre il fiume Simeri con le sue gole e cascate suggestive.

 

Andiamo adesso a Civita, uno dei borghi più belli d’Italia, nel Parco Nazionale del Pollino. Anche qui c’è un ponte diabolico e la storia è simile a quella di Squillace. Anche in questo caso fu fatto un patto, tra un proprietario terriero e il diavolo che in una notte tempestosa lo costruì forte e solido sopra il torrente Raganello. Ma a passare sul ponte in questa storia fu una pecora. Il Diavolo raggirato e furioso, tentò di distruggere la sua indistruttibile opera, ma tra le risate dell’uomo soddisfatto di averlo fregato, egli scivolò precipitando nel vuoto, ritornandosene all’inferno.

Piccola curiosità: il ponte venne quasi distrutto in una notte tempestosa del 1998 (stessa dinamica di quando fu costruito secondo la leggenda), ma fu riportato anni dopo al suo antico splendore.

In realtà, qui tutto ruota attorno al mistero: tra storie di folletti cattivi, tesori maledetti, spiriti e streghe maligne che popolano le grotte della parete rocciosa detta “Pietra del Demonio”, nascoste in quella che è definita anche “Timpa del Demanio”.

 

Ci spostiamo a quello di Paola, dove sacro e profano si mescolano. È ben visibile e sotto di esso, passa il torrente Isca che scorre fiancheggiando il Santuario dedicato a San Francesco. La leggenda narra che a San Francesco, volendo realizzare un ponte adatto per oltrepassare facilmente il torrente, si presentasse il Diavolo in persona, promettendo di edificarlo solido e in una notte. Anche in questo caso la leggenda è la medesima con la pretesa, in cambio, dell’anima del primo malcapitato che lo avrebbe attraversato. Con un fischio San Francesco fece passare per primo un cane, dando inizio una lotta violenta tra il Santo e il Maligno che adirato, tirò inutilmente calci da un lato del ponte e appoggiò la sua mano sulla parete opposta, impronte che ancora oggi sono visibili.

 

Stessa identica leggenda con protagonista San Francesco è legata al ponte di Scigliano, tra il fiume Savuto e il torrente Bisirico. Un Monumento Nazionale, detto di “Annibale” o di “Sant’Angelo”, avrebbe la bellezza di oltre duemila anni (il più antico in Calabria e tra i più antichi in Italia). Non è molto conosciuto, eppure sembra essere più importante di tutti gli altri, visto che è sotto protezione dell’UNESCO.

Come arrivarci? Ancora percorribile e visitabile, uscite dall’autostrada all’altezza di Altilia-Grimaldi e tornate indietro passando sotto il cavalcavia e costeggiando l’autostrada che rimarrà alla vostra sinistra. È praticamente in mezzo al nulla, solo natura incontaminata. Ma ne varrà la pena.

Trovi la mappa CLICCANDO QUI.

 

Un viaggio da brividi!

Un viaggio di certo che non si ferma qui, anche perché c’è tanto da scoprire in Calabria. Se questi luoghi non dovessero bastare, allora viaggiamo tra bellezza e follia, consigliando di fare una visita alla “Città dei Pazzi” con il suo monumentale manicomio: parliamo di Girifalco (CZ)!

In un altro articolo, ad esempio, abbiamo parlato di altri posti spettrali per una Calabria da brivido!, senza contare le Valli Cupe e la Cascata Inferno, nome legato ad una leggenda e alla sua forma particolare. Senza contare i paesi fantasma, abbandonati, misteriosi, affascinanti e perché no anche un po’ spettrali, di cui abbiamo parlato in questo articolo.

***

Insomma che sia spaventoso oppure no, nel periodo più “brividoso” dell’anno, ecco che la Calabria si mostra pronta e racconta posti da paura... dipende solo da come lo si interpreta! E tu? Farai questa particolare #CalabriaTravelExperience?

di Domenico Rizzo

Credits

Fotografie Ponte del diavolo Scigliano a cura di Giuseppe Fiorito (IG @giuseppe.fiorito.543) e Giuseppe Gaeta (IG @giusepppe_kalabrugovic).
Fotografie Ponte del diavolo Squillace a cura di Fabrizio Ciampa (IG @ciampafc) e di Giucav (IG @giucav).
Fotografie Ponte del diavolo Civita a cura di Alfredo Vommaro (IG @alfred_vm87) e di Daniel Gullì (IG @dangul81).
Fotografia Ponte del diavolo Magisano a cura di Marco Garcea.
Fotografia Ponte del diavolo Paola a cura di Santuario di S. Francesco di Paola
Fotografia Serra San Bruno fonte Web

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